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I Roditori

INQUADRAMENTO TASSONOMICO
Il più grande ordine dei Mammiferi è quello dei Roditori con 33 famiglie e circa 2.277 specie differenti. La classificazione dei Roditori, da sempre controversa soprattutto per il sottordine Hystricomorpha, comprende 5 sottordini.

CLASSIFICAZIONE DEI RODITORI
Classe: Mammalia
Ordine: Rodentia
1)Sottordine: Hystricomorpha
famiglia: Caviidae – C. aperea porcellus – Cavia ; Hydrochoerus hydrochaerys – Capibara
famiglia: Octodontidae – Octodon degus – Degu
famiglia: Chinchillidae – Chincilla spp – Cincillà
famiglia: Hystricidae – Porcospino
famiglia: Dasyproctidae – Aguti
2)Sottordine: Castorimorpha
superfamiglia: Castoridea – Castori
superfamiglia: Geomidae – Gopher
superfamiglia: Heteromydae – Ratti e topi canguro
3)Sottordine: Anomaluromorpha
famiglia: Petetidae – Pedetes capensis – Lepre saltatrice del Capo
famiglia: Anumaluridae – Zenkerella
4)Sottordine: Myiomorpha
famiglia: Muridae
sottofamiglia: Deomynae
sottofamiglia: Gerbillinae – Gerbilli
sottofamiglia: Leimmanocomynae
sottofamiglia: Lophyominae – Topo dalla criniera
sottofamiglia: Murinae – Topo, ratto…Mus musculus, Rattus norvegicus
5)Sottordine: Sciuromorpha
famiglia: Aplodontidae – Aplodontia rufa – Castoro di Montagna
famiglia: Gliridae – Ghiro, quercino, moscardino, driomio
famiglia: Sciuridae
sottofamiglia: Callosciurinae – Scoiattoli asiatici, scoiattoli asiatici giganti
sottofamiglia: Ratufinae
sottofamiglia: Sciurillinae
sottofamiglia: Xerinae – Marmotta, cane della prateria, citello, scoiattolo striato, Marmota, Cynomis, Spermophilus – citello, Tamias
sottofamiglia: Sciurinae – Scoiattoli volanti, scoiattoli arboricoli, scoiattolo comune.

La caratteristica comune è la dentizione ed in particolare la presenza di sviluppati incisivi, superiori e inferiori, a crescita continua (a radice aperta) provvisti di radici curve che occupano la maggior parte dello scheletro della mandibola e della mascella. I Roditori sono mammiferi diffusi in tutto il mondo, assenti soltanto in Nuova Zelanda e in alcune piccole isole oceaniche. Da queste osservazioni si desume che individuare linee guida comuni per tutti sia quasi impossibile: fortunatamente però, all’interno di questo sterminato gruppo, vengono tenute comunemente in cattività un numero relativamente ridotto di specie.
Di seguito illustreremo le linee guida per i più comuni roditori mantenuti in cattività:

CAVIA (Cavia aperea porcellus) CINCILLÀ (Chinchilla lanigera)
 DEGU (Octodon degus)

AMBIENTAZIONE
È meglio che questi animali, quando non c’è il proprietario in casa, stiano in un ambiente controllato; ci sono troppi rischi…Questo ambiente deve essere di dimensioni adeguate alla specie e se da un lato è accettabile che stia in una gabbia di dimensioni relativamente modeste per dormire, o per passare poco tempo della giornata, è anche ovvio che se deve passarci alcune ore è indispensabile che l’ambiente offra al suo ospite lo spazio per muoversi bene e le giuste distrazioni.

Gabbia
La gabbia per una cavia deve avere le seguenti dimensioni (minime): cm 80 × 50 × 40. Per un cincillà le dimensioni minime devono essere circa cm 100 × 80 × 100 ma è preferibile cm 200 × 200 × 100 perché richiedono una gabbia spaziosa; deve svilupparsi su più piani in quanto ai cincillà piace saltare ed arrampicarsi. I degu sono animali molto attivi a cui piace saltare; la gabbia deve svilupparsi in altezza ed avere più ripiani. Le dimensioni minime sono di cm 80 × 60 × 100. Deve essere collocata in un luogo tranquillo, lontano da confusione ed animali molesti, privo di correnti d’aria e di sbalzi di temperatura. La gabbia non va lasciata al sole nelle ore più calde per rischio di surriscaldamento o colpo di calore.È consigliabile tenere più di un individuo per rispettare il loro naturale comportamento sociale: la gabbia dovrà essere in proporzione più grande in base al numero di animali.
L’ambiente ideale per il mantenimento in cattività della cavia dovrebbe avere una temperatura di 20-22 °C e un’umidità relativa del 40-70%.
L’ambiente ideale per il mantenimento in cattività del cincillà dovrebbe avere una temperatura di 20-22 °C e un’umidità relativa inferiore al 50%. Per il degu la temperatura ideale è di circa 20 °C e l’umidità relativa circa 40-50%.
La gabbia deve avere un substrato sempre pulito, morbido ed assorbente per evitare patologie ai piedi; può essere costituito ad esempio da pellet di carta riciclata, carta di quotidiani, truciolo depolverato di legno non resinoso e non trattato, pellet di legno proveniente da legno non resinoso, fieno. Da evitare la lettiera per gatti che può essere nociva se ingerita e provocare lesioni alle zampe.
All’interno della gabbia deve essere sempre presente un nido per consentire all’animale di riposare e dormire; inoltre al minimo spavento funge anche da rifugio con importanti benefici dal punto di vista psicologico. I migliori sono quelli in plastica perché possono essere facilmente lavati ma possono andare bene anche nidi di legno o cartone se vengono sostituiti spesso quando sono sporchi. Da evitare casette verniciate o che contengano chiodi, viti, ecc. che possono essere pericolosi se ingeriti o causare ferite.
Deve essere presente una rastrelliera o una palla porta fieno, in modo tale che il fieno non stia a contatto con feci e urine.
Il cibo fresco (verdura, frutta) ed eventualmente il cibo secco (pellet) devono essere contenuti in due contenitori separati, pesanti, non ribaltabili e vanno sempre mantenuti puliti. Un beverino a goccia deve essere presente per fornire acqua.
I cincillà e i degu sono animali molto puliti e si deve dar loro la possibilità di fare quotidiani bagni di sabbia. Ogni 10 giorni circa la sabbia va cambiata completamente (perché perde il potere assorbente nei confronti delle secrezioni oleose). È importante non riempire troppo la gabbia e lasciare spazio libero all’animale per muoversi a proprio agio. Almeno 2-3 ore al giorno questi animali devono avere la possibilità di uscire dalla gabbia per fare esercizio fisico ed evitare così problemi di salute come ad esempio l’obesità e l’osteoporosi.

Trasportino
Il trasportino è necessario per il trasporto di questi animali, in caso di spostamenti anche brevi. In commercio sono disponibili dei piccoli trasportini in plastica con le pareti piene e la parte superiore trasparente e aerata, che consentono all’animale di sentirsi protetto e al sicuro dagli eccessivi stimoli esterni.
È meglio, infatti, non trasportare l’animale nella gabbia (troppo grande), anche perché essendo aperta non consente all’animale di sentirsi al sicuro. I migliori sono quelli chiusi, per cani e gatti. Alla griglia che funge da porta si può applicare un beverino e si può lasciare del cibo (fieno o verdura) a disposizione se il viaggio è lungo.

ALIMENTAZIONE
La cavia, il cincillà e il degu sono erbivori stretti e una dieta adeguata consiste in fieno di ottima qualità ad libitum, verdure fresche miste, pellet formulato in modo specifico per cavie, cincillà o degu e un’integrazione di vitamina C (indispensabile per la cavia). Nel cincillà frutta e leccornie (uvetta, pezzi di noce, di nocciola…) vanno fornite con parsimonia, al massimo un paio di volte a settimana.
Il fieno deve costituire la base dell’alimentazione di questi animali e non deve mai mancare. È fondamentale per il mantenimento in salute del tratto digerente; provvede a mantenere i denti della giusta lunghezza grazie al contenuto in silicati che fungono da raspa sulle corone dei denti ad accrescimento continuo. Apporta fibra lunga indispensabile per la corretta motilità dell’intestino.
La verdura deve essere somministrata quotidianamente, deve essere accuratamente lavata e non fredda di frigorifero. È importante variare il tipo di verdura per assicurare un’alimentazione più varia possibile. Si consiglia di cominciare sino dalla giovane età perché le cavie possono sviluppare abitudini alimentari difficili, fissandosi su un solo mangime o addirittura su una mangiatoia e rifiutandosi di avvicinare ogni altro cibo. Da preferire i vegetali ricchi di vitamina C: bietole, broccoli, cavoli, spinaci, cicoria, erbe di campo, vegetali a foglia verde scuro, arance, kiwi, peperoni. Il pellet deve contenere all’incirca 16-20% di proteine e circa 16-25% di fibra. Le miscele di pellet, semi e fioccati non vanno somministrate alle cavie perché sono molto dannose. Il pellet per cincillà deve contenere circa 15-35% di fibra, 16-20% di proteine e 25% di grassi; per un animale adulto sono sufficienti circa 2 cucchiai al giorno. Per il degu si può utilizzare il pellet per cincillà.
Il fabbisogno giornaliero di vitamina C per una cavia è di circa 10-30 mg/kg; in particolari condizioni quali stress, malattia o gravidanza il fabbisogno può aumentare sino a 50 mg/kg.
Questi fabbisogni possono essere raggiunti con una corretta dieta. In commercio esistono integratori di vitamina C specifici per cavie o, in alternativa, si possono utilizzare i prodotti destinati all’uomo.
Da evitare cereali, dolciumi, bastoncini di miele e semi, prodotti del panificio, alimenti a base di latte, granaglie e fioccati: conducono questi animali a pesanti patologie carenziali, a disturbi gastroenterici e a problemi dentali gravi quali ad esempio le cuspidi dentarie.
Il cambio di alimentazione va effettuato con gradualità affinché l’apparato gastroenterico si abitui al nuovo tipo di alimentazione e deve essere fatto in circa 7-10 giorni diminuendo gradualmente il cibo errato per incrementare quello corretto. Infine l’acqua deve essere sempre a disposizione, fresca e pulita, tramite un beverino a goccia.

NECESSITÀ FISIOLOGICHE

La cavia o porcellino d’India è originaria degli altipiani erbosi delle Ande (America meridionale) dove già più di 5.000 anni fa veniva addomesticata. È un animale assolutamente gregario che vive bene in compagnia dei suoi simili in libertà e infatti forma gruppi di 20-50 animali: il maschio dominante ha un harem formato da più femmine e i loro piccoli e non tollera l’attività sessuale di altri maschi. Abitano tane e tunnel costruiti da altri animali dove si rifugiano al minimo pericolo; evitano la luce intensa e sono più attive alla sera e al mattino presto. La comunicazione avviene mediante un’ampia varietà di versi e squittii.
La cavia, se ben tenuta in cattività, è un ottimo animale da compagnia: è gentile, si lascia maneggiare volentieri, raramente morde e spesso instaura un rapporto di affetto con il proprietario che rafforza mediante il suo ricco vocabolario di versi.

Il cincillà è un roditore istricomorfo originario della cordigliera andina, adattatosi ad un ambiente molto rustico e proibitivo; vive in Cile, Bolivia, Perù e Argentina ad altitudini di circa 3-4000 metri. Tendenzialmente notturni, i cincillà non sono aggressivi ma docili, specialmente le forme domestiche selezionate come animali d’affezione, molto puliti e praticamente privi di odore; sono molto apprezzati per la splendida e morbidissima pelliccia. Sono animali gregari, in natura vivono in gruppi formati da numerosi individui e trascorrono molto tempo nascosti in rifugi nelle rocce e nelle tane; sono attivi soprattutto alla sera e durante la notte, tuttavia in cattività si abituano agli orari dei proprietari.
A differenza della maggior parte dei roditori da compagnia, i cincillà sono animaletti longevi e, se ben tenuti, possono superare i 15 anni. Le forme non domestiche sono incluse in appendice I della CITES.

Il degu è originario del Cile e vive su terreni rocciosi in gruppi numerosi. È un animale diurno. Se ben tenuto in cattività può arrivare a dieci anni. Quando si afferrano si deve fare attenzione soprattutto alla fragile coda, infatti la sua cute si stacca facilmente provocando una ferita. L’arricchimento ambientale è molto importante per il benessere psicologico; si possono mettere a disposizione tubi di plastica, scatole di cartone, blocchetti di legno atossico da rosicchiare (vanno bene i legni di betulla, di albero da frutto tipo melo o pero; da evitare il susino, il ciliegio e l’oleandro), l’anima di cartone dei rotoli di carta da cucina riempiti di cibo e chiusi alle estremità, giochi in legno atossico per pappagalli…

Per evitare problemi di distocia la cavia femmina deve accoppiarsi entro i 7 mesi di età (ma non prima di 2-3 mesi di vita) perché entro questo arco di tempo la sinfisi pubica rimane con struttura fibro-cartilaginea per tutta la vita dell’animale; se la femmina invece partorisce oltre i 7 mesi di età la cartilagine si ossifica con impossibilità per i cuccioli di passare attraverso il bacino della madre.

STATO DI SALUTE E VISITE PERIODICHE
Si consigliano visite periodiche, due volte l’anno. Per questi animali non sono previste vaccinazioni preventive.

   Topo 

Ratto  Criceti
(Mus musculus)  (Rattus norvegicus)  (Mesocricetus auratus, Phodopus sungorus, Phodopus campbelli, Phodopus roborovskii, Cricetulus griseus)

AMBIENTAZIONE, GABBIA
Un topo detenuto singolarmente (sconsigliabile data la natura sociale della specie) dovrà avere uno spazio di almeno 180 cmche diventano 200 per una coppia o una femmina con prole non svezzata: si tratta naturalmente di misure minime in quanto corrispondono ad una gabbia di appena 20 × 10 cm. Ogni soggetto in più dovrebbe disporre di 80 cm2 e la colonia non dovrebbe superare i 30 individui per limitare le dispute gerarchiche: l’altezza minima deve essere di 12 cm per consentire la stazione eretta agli animali. Fondamentale la presenza di una lettiera morbida scavabile mantenuta regolarmente pulita, di mangiatoia a tramoggia e beverino a goccia che impediscano la contaminazione di cibo ed acqua, di uno o più rifugi e di arricchimento ambientale che sarà rappresentato da tunnel, oggetti rosicchiabili e ruota del tipo “pieno” cioè senza sbarrette in cui la coda potrebbe rimanere impigliata.
La temperatura ideale sarà di circa 24 °C e l’umidità piuttosto bassa, intorno a 50-60%: fotoperiodo naturale e comunque con almeno 10 ore di buio.

I ratti, data la maggiore dimensione, richiedono alloggi proporzionalmente più ampi: cm 80 × 40 dovrebbero rappresentare il limite minimo per gli animali tenuti in casa: grandi spazi sono senz’altro necessari per questi animali attivi ed intelligenti. In generale sono animali meno aggressivi rispetto ai topi e tollerano meglio la densità di popolazione ma ogni cambiamento nella struttura sociale del gruppo (es. allontanamento di un soggetto) determina lotte per il ristabilirsi di un nuovo ordine gerarchico.

I criceti devono essere sistemati in una gabbia che si sviluppa preferibilmente in orizzontale; deve esserci una buona aerazione e la gabbia deve essere sempre mantenuta pulita. Le dimensioni minime devono essere 60 × 30 × 30 cm; vanno bene anche quelle a più piani collegati da rampe.
Non va bene utilizzare come contenitori gli acquari o i fauna-box perché la ventilazione è troppo scarsa. La superficie su cui camminano gli animali non deve essere costituita da grata metallica ma da una superficie liscia per evitare che si feriscano i piedi. Il substrato adatto è costituito da truciolo di legno depolverato, carta di giornale, pellet di carta riciclata… da evitare la lettiera per gatti che provoca danni alle zampe e, se ingerita, può essere causa di gravi patologie.
Fondamentale la presenza di una scatola-nido di plastica, legno o terracotta dove l’animaletto possa organizzare una stanza da letto con dispensa dove passerà gran parte delle ore di luce. Sono da evitare le imbottiture in fibre tipo cotone o lana sintetica in quanto si arrotolano sulle estremità degli arti e inducono necrosi delle dita o dell’intera mano/piede.
Altra cosa importante è fornire al criceto stimoli e diversivi per consentirgli una normale attività: oltre alla classica ruota (meglio quelle piene piuttosto che quelle a sbarrette, per evitare traumi agli arti), tunnel, rami da scalare, scatole di cartone da rosicchiare e oggetti da manipolare e mordere, ad esempio noci e nocciole col guscio.
La gabbia va posizionata in ambienti a temperatura e umidità costanti (non cucina e bagno), non troppo illuminati e lontano dalle camere da letto data l’attività notturna degli animaletti.
I criceti sono tendenzialmente solitari e, soprattutto per i criceti dorati, la sistemazione ottimale è un singolo individuo per gabbia. La convivenza di più soggetti sfocia in continue zuffe che possono concludersi con gravi ferite o con il decesso del soggetto più debole.

TRASPORTINO
Il trasportino è necessario per il trasporto di questi animali, anche in caso di spostamenti brevi. In commercio sono disponibili dei piccoli trasportini in plastica con le pareti piene e la parte superiore trasparente e aerata che consentono all’animale di sentirsi protetto e al sicuro dagli eccessivi stimoli esterni. È meglio, infatti, non trasportare l’animale nella gabbia (troppo grande), anche perché essendo aperta non consente all’animale di sentirsi al sicuro. I migliori sono quelli chiusi, per cani e gatti. Alla griglia che funge da porta si può applicare un beverino e si può lasciare del cibo (fieno o verdura) a disposizione se il viaggio è lungo.

ALIMENTAZIONE
Per l’alimentazione dei topi esistono appositi pellettati fatti per le mangiatoie a tramoggia: in alternativa un’equilibrata miscela di granaglie, vegetali freschi ed alimenti di origine animale a costituire una razione contenente il 15-18% di proteine ed il 5-10% di grassi (a seconda del momento fisiologico) è ugualmente adeguata purché somministrata in quantità controllata, onde evitare che i topi scelgano solo gli alimenti più graditi sbilanciando la razione. Il pellettato invece può essere somministrato a volontà essendo una dieta di per sé bilanciata.
Le esigenze alimentari ed ambientali dei ratti sono simili a quelle dei topi in cattività.
L’alimentazione deve essere varia: un buon misto di semi per criceti che contenga una bassa o nulla percentuale di semi di girasole, verdure fresche miste (carote, insalate, sedano, tarassaco, broccoli…), frutta di stagione (mela, pera, kiwi…).
Una-due volte a settimana si integra la dieta con alimenti proteici, alcuni esempi sono: un pezzetto di uovo sodo, un piccolo dadino di formaggio, un paio di croccantini del tipo light per cani, 1-2 tarme della farina, un grillo… È salutare anche lasciare a disposizione del fieno per aumentare la percentuale di fibra della dieta. Da evitare dolciumi, cioccolato e gli snack contenenti miele, biscotti, semi di girasole.
In commercio sono disponibili anche alimenti estrusi o pellettati appositamente formulati per criceti. Si tratta di una valida alternativa in quanto il criceto non seleziona l’alimento, sono cibi nutrizionalmente completi che forniscono quindi una dieta bilanciata. Possono essere una alternativa alla miscela di semi ma non evitano la necessità di integrare con alimenti freschi.
È indispensabile lasciare a disposizione acqua sempre fresca e pulita tramite un beverino a goccia.

NECESSITÀ FISIOLOGICHE
Topi e ratti vengono allevati a livello amatoriale per diverse ragioni: animali d’affezione, animali da esposizione.
Il criceto dorato (Mesocricetus auratus) è il più noto criceto che viene utilizzato nella ricerca scientifica e mantenuto come animale da compagnia, tuttavia esistono molte altre specie che si trovano in commercio.
Ad esempio il criceto siberiano (Phodophus sungorus), il criceto cinese (Cricetulus griseus), il criceto di Roborovskii (Phodopus roborovskii), il criceto russo (Phodopus campbelli).
I criceti hanno le tasche guanciali che sono introflessioni della mucosa orale; queste strutture sono utilizzate per immagazzinare il cibo. Il criceto dorato è il più grande con una media di 120 grammi e ne sono state selezionate molte varietà. È il criceto più comunemente mantenuto in cattività; in libertà vive in Siria e trascorre molto tempo nelle tane. È un animale notturno e solitario che non tollera la presenza dei suoi simili, reagendo con furiosi combattimenti. Se la temperatura ambientale scende sotto i 5-8 °C entra in letargo.
Le note di gestione di questi criceti possono essere simili tra loro.

STATO DI SALUTE E VISITE PERIODICHE
Si consigliano visite periodiche, due volte l’anno. Per questi animali non sono previste vaccinazioni preventive.